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Daniel Kish è cieco dall’età di 13 mesi, perché i suoi occhi sono stati rimossi per un cancro alla retina.

Poco dopo l’intervento, al suo risveglio, già scendeva dal lettino ed iniziava a muoversi per la stanza schioccando la lingua. Stava cominciando a ad usare l’ecolocalizzazione , anche se nessuno, in quel momento, sapeva ancora che cosa fosse.

Daniel ha imparato a “vedere” in questo modo: con lo schiocco della lingua emette dei segnali sonori, che rimbalzano sulle superfici dell’ambiente e tornano indietro, aiutandolo a rappresentarsi mentalmente lo spazio che lo circonda. Questo è un meccanismo molto simile a quello utilizzato dai pipistrelli per muoversi nello spazio.

All’età di sei anni, Daniel era già così bravo nell’ecolocalizzazione che poteva andare in bicicletta lungo la strada, schioccando la lingua per evitare le persone e le auto.

“Quel ticchettio rimbalza dalle superfici in tutto l’ambiente , e ritorna con informazioni – distanze, località, posizioni , contorni , densità”.

Tramite Risonanza magnetica Nucleare (RMN), dei neuroscienziati hanno misurato la sua attività cerebrale, scoprendo che quando Daniel schiocca la lingua si attiva la parte VISIVA del suo cervello.

«Mi chiamano Batman e per me è un onore. Ma, in fondo, in ogni sfida c’è un buio incognito e io non mi sento straordinario»

Ora Daniel ha oltre 40 anni, e da diverso tempo insegna anche agli altri, tramite la World Access for the Blind, di cui è presidente, le sue strategie di “visione sonora” .

Uno dei suoi allievi è Ethan Loch, un bambino di 10 anni che vive in Scozia.

Ethan è nato cieco, e fin dalla primissima infanzia ha mostrato un grande interesse verso la musica.

Egli ha un’enorme attitudine musicale: la mamma Larinda racconta che già a 3 anni era in grado di suonare al pianoforte un brano di Beethoven, e, dato forse ancor più interessante, fin da piccolo, essendone particolarmente affascinato, registrava i suoni ambientali (ad esempio quelli dell’aspirapolvere, dell’asciugatrice, del passaggio del treno), per poi riprodurli al pianoforte, affidandosi al suo formidabile orecchio musicale.

Dopo qualche anno di studio della fisarmonica e del pianoforte, i suoi insegnanti gli hanno suggerito di provare ad iscriversi alla St. Mary Music School di Edinburgo, una scuola di musica particolarmente prestigiosa. Il problema che si presentava davanti ad Ethan ed alla sua famiglia era che per frequentare la scuola egli necessitava di diventare più autonomo negli spostamenti.

Per questo motivo i suoi genitori hanno chiesto aiuto a Daniel Kish.

Ethan ha dimostrato fin da subito di apprendere velocemente la tecnica di ecolocalizzazione all’interno di ambienti chiusi: nel giro di poche sessioni di lavoro era in grado di crearsi in un istante la rappresentazione sonora della struttura di una stanza e di localizzare degli oggetti.

Le cose si sono complicate quando hanno iniziato ad esercitarsi all’esterno, sul percorso verso la scuola: Ethan pareva non essere più in grado di orientarsi.

Presto hanno compreso insieme, insegnante ed allievo, che questo disorientamento era dovuto alla grande passione che Ethan aveva per i suoni:

“A volte perdo la cognizione se sento i suoni in lontananza, voglio sapere da dove questi suoni sono provenienti, e così io continuo ad andare verso di loro. Le mie orecchie continuano a voler sentire loro”.

Ethan era così affascinato da tutti i suoni che lo circondavano da non riuscire a concentrarsi su quelli indispensabili per orientarsi nello spazio circostante.

Una volta compresa l’origine della difficoltà, Daniel ha aiutato Ethan a filtrare i suoni dell’ambiente, facendolo esercitare con gradualità, dapprima in sentieri collinari, lontani dal traffico cittadino, e successivamente di nuovo in città, finché Ethan ha raggiunto il grado necessario di autonomia.

Ethan ha superato brillantemente l’audizione per la St.Mary Music School, dove si reca giornalmente da solo, prendendo il treno, attraversando la strada e percorrendo i marciapiedi, grazie alla sua “visione sonora”.

Le affascinanti esperienze di vita di Daniel e del suo piccolo allievo Ethan dimostrano, ancora una volta, come una disabilità sensoriale possa essere ben compensata grazie al maggiore sviluppo degli altri sensi, e che la passione (nel caso di Ethan la musica) e la determinazione sono movimenti vitali che consentono di superare limiti altrimenti invalicabili.

Gli unici limiti che abbiamo sono quelli che pensiamo di avere.

Daniel Kish